Sergio Dangelo un grande tra i contemporanei dopo aver realizzato opere ispirate all’espressionismo astratto, nel 1948 si reca a Bruxelles, entrando in contatto con il gruppo Cobra. Nel 1951 fonda, con Enrico Baj, il movimento della Pittura Nucleare: esponendo alla Galleria San Fedele di Milano. Sul manifesto redatto in occasione della mostra alla Galleria Apollo di Bruxelles, nel 1952, si legge “…I nucleari vogliono abbattere tutti gli ‘ismi’ di una pittura che cade invariabilmente nell’accademismo, qualunque ne sia la sua origine. Vogliono e possono reinventare la pittura. A partire dal 1953 gli artisti del movimento nucleare espongono con altri gruppi europei d’avanguardia, con i membri di Cobra, Jorn, Appel e Corbeille, mentre a partire dall’anno successivo entrano a far parte del “Mouvement pour un Bauhaus Imaginiste”, prefigurazione italiana dell’”Internazionale Situationiste” di cui Jorn era il segretario.Intanto lo sviluppo del movimento nucleare, tra il 1951 e il 1957, si intensifica grazie a numerosi legami internazionali tra gli artisti ed attraverso la collaborazione a riviste straniere. Sergio Dangelo collabora infatti alla rivista francese “Phases”, fondata a Parigi dal poeta Edouard Jaguer; i legami internazionali si rinserrano anche in occasione degli "Incontri Internazionali della Ceramica" ad Albisola Marina, cominciati nel 1954, per iniziativa di Asger Jorn e dello stesso Dangelo.Le sue prime opere si basano su un linguaggio che assorbe le forme naturali, in un'interpretazione metaforica del mondo, e che rivela connotati stilistici affini a quelli di Paul Klee, alla calligrafia automatica di Masson, alla poesia naturalista di Max Ernst, o, ancora, alla gestualità esplosiva di Hantaï e Georges Mathieu. Nel giugno 1955 appare il primo numero della rivista “Il Gesto” che segue l’evoluzione del movimento, aprendolo anche ad altri artisti, quali Klien e Manzoni, che espongono alla mostra “Arte Nucleare” a Milano nel 1957. Nel 1959 Dangelo espone alla Biennale dei Giovani Artisti di Parigi; nello stesso anno i suoi oggetti furono definiti da Marcel Duchamp, dopo averli visti alla Galleria Schwarz, “hand-mades”. Il movimento avrà il suo culmine nel 1962 con l’uscita del volume “Arte Nucleare”, scritto da Tristan Sauvage, ed edito a cura della Galleria Schwarz di Milano. Dangelo intanto prosegue ad allestire numerosissime mostre, totalizzando quattrocento personali e partecipando a innumerevoli collettive (è stato invitato a sei edizioni della Biennale di Venezia, con sala personale nel 1966). Nel 1972 allestisce una grande retrospettiva nella sede milanese di Palazzo Reale. Attraverso una pittura ritmata di cui non si può escludere un'ispirazione musicale, Dangelo ha effettivamente percorso tutti i campi dell'astrazione, per ricavarne un'arte dall'intensa ed indiscutibile pittoricità, carica di un'esuberante e colorata tonalità emotiva, creata a partire dai segni, talvolta simili a calligrafie giapponesi, altre volte stesi con ampie pennellate destinate a strutturare una materia pittorica densa.
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