Se nel 2007 destò scalpore il furto di un quadro di Aurelio Caminati durante l'asta a favore di Emergency in Villa Faraggiana, stavolta a scomparire è stata "Dorotea", una ceramica realizzata da Gian Genta nel 2007 nello studio del ceramista Paolo Anselmo, che era esposta nel gazebo sulla Passeggiata degli Artisti di levante.
Ieri mattina l'autore della statua si è presentato alla stazione dei carabinieri per denunciare il furto.
Ma, più che l'amarezza per la scomparsa, pesa il fatto che chi se ne è appropriato ha commesso quasi un sacrilegio.
Albissola è infatti da sempre la capitale delle opere esposte all'aperto, una scelta voluta da artisti e amministratori, affinché l'arte possa essere goduta da chiunque in totale libertà. «Spiace - commenta Genta, 65enne, autodidatta e noto per il suo rifiuto dei canonici principi accademici - che qualcuno abbia pensato di poterne approfittare per portarsela a casa.
C'erano sette opere esposte, hanno preso proprio la più piccola, evidentemente per poterla trafugare senza dare troppo nell'occhio».
Gli artisti hanno sollevato la polemica sulla presenza di un servizio di vigilanza che non sarebbe stato in grado di impedire il furto, ma l'assessore alla cultura Fabio Lenzi smorza i toni: «L'assistenza nella vigilanza viene svolta dai volontari dell'Associazione nazionale carabinieri. Entrano in servizio alle ore 21 per smontare al mattino.
È possibile che, dato il grande afflusso di pubblico per il Festival, qualcuno abbia approfittato della confusione per rubarla. I volontari, infatti, non hanno notato movimenti sospetti di notte. Inoltre ci sono molte opere di valore anche maggiore, se qualcuno avesse voluto rubare per denaro avrebbe potuto puntare su altri obiettivi. Spiace che possano accadere questi fatti, ma siamo convinti dell'importanza di continuare ad offrire a tutti la possibilità di godere dell'arte anche in spazi aperti. Il Festival ha avuto un grande successo di pubblico che ci spinge ad andare avanti, cercando ovviamente di migliorare sempre l'organizzazione e di limitare i rischi».
Le caratteristiche dell'opera fanno pensare più ad un furto commesso da persone estranee al mondo dell'arte, magari un turista che non ha saputo resistere alla tentazione, che ad un colpo organizzato a tavolino.
Il valore stimato di "Dorotea" si aggira intorno ai tremila euro, ma l'opera è stata catalogata a livello internazionale su due cataloghi ed è presente su internet.
Inoltre è dotata di un certificato d'autenticità dell'archivio Gigarte.
Tutti elementi che ne rendono di fatto impossibile la vendita per ricettazione. «Chi l'ha rubata non la può vendere perché è fotografata e presente su internet - conferma Genta - Proprio in questi giorni ne è uscita un'altra dal forno che non abbiamo ancora fotografato, se avessero rubato quella sarebbe stato peggio».Quello di Genta è poi un nome piuttosto conosciuto, vicino a Giorgio Moiso e Gianni Celano Giannici.
Ha trovato ispirazione nel suo lavoro proprio negli anni del grande fermento culturale albissolese degli anni Sessanta e Settanta, conoscendo nomi come Lam, Sassu, Fontana, Jorn, Salino e Bonelli.
Secondo le strane leggi del mondo dell'arte, però, è possibile che la statuetta acquisti un valore notevolmente superiore nel caso venga ritrovata.
"Dorotea" è una ceramica lavorata con ossidi di rame e smalti nata nello studio di Paolo Anselmo ed esposta nel gazebo sulla Passeggiata degli Artisti di levante, all'altezza dei bagni La Flaca.
Solo pochi giorni fa era stata notata anche dal critico Philippe Daverio, nel corso della sua recente visita ad Albissola.
Ieri sera, tra l’altro, l’artista ha offerto una ricompensa di 2 mila euro a chi darà informazioni utili per ritrovare l’opera.
Notizia tratta dal SECOLOXIX del 3 maggio 2009
Ma, più che l'amarezza per la scomparsa, pesa il fatto che chi se ne è appropriato ha commesso quasi un sacrilegio.
Albissola è infatti da sempre la capitale delle opere esposte all'aperto, una scelta voluta da artisti e amministratori, affinché l'arte possa essere goduta da chiunque in totale libertà. «Spiace - commenta Genta, 65enne, autodidatta e noto per il suo rifiuto dei canonici principi accademici - che qualcuno abbia pensato di poterne approfittare per portarsela a casa.
C'erano sette opere esposte, hanno preso proprio la più piccola, evidentemente per poterla trafugare senza dare troppo nell'occhio».
Gli artisti hanno sollevato la polemica sulla presenza di un servizio di vigilanza che non sarebbe stato in grado di impedire il furto, ma l'assessore alla cultura Fabio Lenzi smorza i toni: «L'assistenza nella vigilanza viene svolta dai volontari dell'Associazione nazionale carabinieri. Entrano in servizio alle ore 21 per smontare al mattino.
È possibile che, dato il grande afflusso di pubblico per il Festival, qualcuno abbia approfittato della confusione per rubarla. I volontari, infatti, non hanno notato movimenti sospetti di notte. Inoltre ci sono molte opere di valore anche maggiore, se qualcuno avesse voluto rubare per denaro avrebbe potuto puntare su altri obiettivi. Spiace che possano accadere questi fatti, ma siamo convinti dell'importanza di continuare ad offrire a tutti la possibilità di godere dell'arte anche in spazi aperti. Il Festival ha avuto un grande successo di pubblico che ci spinge ad andare avanti, cercando ovviamente di migliorare sempre l'organizzazione e di limitare i rischi».
Le caratteristiche dell'opera fanno pensare più ad un furto commesso da persone estranee al mondo dell'arte, magari un turista che non ha saputo resistere alla tentazione, che ad un colpo organizzato a tavolino.
Il valore stimato di "Dorotea" si aggira intorno ai tremila euro, ma l'opera è stata catalogata a livello internazionale su due cataloghi ed è presente su internet.
Inoltre è dotata di un certificato d'autenticità dell'archivio Gigarte.
Tutti elementi che ne rendono di fatto impossibile la vendita per ricettazione. «Chi l'ha rubata non la può vendere perché è fotografata e presente su internet - conferma Genta - Proprio in questi giorni ne è uscita un'altra dal forno che non abbiamo ancora fotografato, se avessero rubato quella sarebbe stato peggio».Quello di Genta è poi un nome piuttosto conosciuto, vicino a Giorgio Moiso e Gianni Celano Giannici.
Ha trovato ispirazione nel suo lavoro proprio negli anni del grande fermento culturale albissolese degli anni Sessanta e Settanta, conoscendo nomi come Lam, Sassu, Fontana, Jorn, Salino e Bonelli.
Secondo le strane leggi del mondo dell'arte, però, è possibile che la statuetta acquisti un valore notevolmente superiore nel caso venga ritrovata.
"Dorotea" è una ceramica lavorata con ossidi di rame e smalti nata nello studio di Paolo Anselmo ed esposta nel gazebo sulla Passeggiata degli Artisti di levante, all'altezza dei bagni La Flaca.
Solo pochi giorni fa era stata notata anche dal critico Philippe Daverio, nel corso della sua recente visita ad Albissola.
Ieri sera, tra l’altro, l’artista ha offerto una ricompensa di 2 mila euro a chi darà informazioni utili per ritrovare l’opera.
Notizia tratta dal SECOLOXIX del 3 maggio 2009
Nessun commento:
Posta un commento