domenica 9 novembre 2008

Eliseo Salino racconta Jorn ad Albisola


Che anno formidabile il 1954....!!!
Lavoravamo nella fabbrica di Tullio e Turido Mazzotti :
Fontana, Jorn, Fabbri, Matta, Scanavino, Appel, Corneille, Capogrossi, Garelli, D'Angelo, Rossello, Bai ed io.
Il periodo di Giacomo Manzù della sua "LEDA COL CIGNO" della famosissima"SEDIA" era passato da non molto; Martini, Fancello e i futuristi, erano sempre presenti nei nostri discorsi.
Albisola anche grazie all'Amministrazione Ciarlo, iniziava un periodo veramente irripetibile.
Tullio il grande patriarca, accoglieva i grandi artisti : non sopportava pesi morti.
Chi viveva a contatto con la cultura, la scultura, la pittura, la musica o la letteratura era ben accolto.
Cosicchè accanto ai summenzionati pittori, scultori, e ceramisti, v'erano Salvatore Quasimodo, Raphael Alberti, Gualtieri di San Lazzaro, Antonio Janigro, Virgilio Mortari, Carletto Manzoni, Giovannino Guareschi, Bruno Munari ed altri.
Nel 1958 Poggi , Pastorino ed io, demmo vita alla San Giorgio.
Jorn che viveva ad Albisola, tra l'altro avevamo lavorato insieme da Tullio ed alla F.A.C., pensò a me per realizzare una grande opera commissionatagli dal Ministero Della Cultura Danese, destinata a rivestire una parete dello Staatgymnasium di Aarhus nello Jutland.
In un primo tempo egli aveva avuto l'ìdea di dipingere un affresco.
Ma un giorno all'improvviso, sul mezzogiorno, comparve trafelato ed entusiasta a casa mia.
Mi chiese se era possibile realizzare in ceramica un rilievo di cento metri quadrati.
Ricordo di essere rimasto perplesso , ma risposi di si, che alla San Giorgio sarebbe stato possibile.
Jorn mi disse che però aveva bisogno della mia esperienza e che lo stesso Tullio gli aveva detto che con me non avrebbe avuto nessuna difficoltà.
Stendemmo subito il contratto su un foglio da lettera, lo controfirmammo e, contenti come due ragazzini ci mettemmo a tavola davanti ad una formidabile buridda di stoccafisso, che mia moglie aveva preparato, passando due ore indimenticabili anche con l'allora mia piccola Patrizia.
Messi al corrente i miei soci, attrezzammo il piazzale della San Giorgio, con dei pannelli in compensato di tre metri per quattro e ci mettemmo subito al lavoro.
Asger Jorn preparò il bozzetto e dopo la prima cottura rimase strabiliato dalla brillantezza dei colori : avevamo usato smalti a gran fuoco e ingobbi.
A giugno eravamo pronti per incominciare .
Avevamo ordinato una ventina di tonnellate di argilla refrattaria e Poggi ,Pastorino Jorn ed io ne gettavamo uno spessore di almeno cinque centimetri fino a raggiungerne ,con la massima libertà , anche trenta o quaranta.
Jorn apprezzava tutte le idee , naturalmente valide, che gli proponevo, come quella di passarci sopra con la vespa o di usare, come spatola, il rastrello dei bagnini del Sant'Antonio o di aggiungere poi vetri colorati di Altare , a blocchi ,che in cottura si sarebbero fusi , cosa che avevo già sperimentato.
Ricordi indimenticabili.
Era un estate calda ed afosa.
Iniziavamo a lavorare di primo mattino : andavo a prenderlo con la macchina alle quattro e si modellava fino alle otto, poi una pausa ristoratrice.
Andavamo a fare colazione dalla "Margherita" a Grana , e tante volte si univano a noi Aligi Sassu, che aveva la villa nelle vicinanze , e Wilfredo Lam con la moglie Lou.
Ritornati in fabbrica, incominciava il lavoro massacrante: svuotare i pezzi del pannello, che io poi dividevo e numeravo.
Procedemmo con questo ritmo e metodo di lavoro fino alla fine d'agosto.
Il sedici settembre se non sbaglio, partimmo per la Danimarca, dopo aver sistemato in un vagone merci i 1200 e più pezzi del pannello e trentacinque metri quadrati di piastrelle per realizzare , sul posto, un secondo pannello.
In tutto 125 metri quadrati.
Con noi partì un buon muratore di Albisola Capo, Mario Spotorno, detto "Galletti" , che strinse anch'egli una profonda amicizia con Jorn...............................
Testo originale tratto da un racconto scritto di ELISEO SALINO

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